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La storia e i ricordi di alcuni anni di fuoristrada...

1984 conclusione di una due giorni sul piave a road-book bordoEra una sera del 1975, mio padre mi accompagnò orgoglioso in giardino ad ammirare il nuovo acquisto: una fiammante e mitica Toyota BJ40, e "sai- mi disse- ho sentito che qui in Padova c'é un club di fuoristrada..." Fu così che ebbe inizio la nostra passione per il fuoristrada: lui con la tessera n° 19 io, qualche anno dopo, con il n° 99

Quanti ricordi di tante gite lungo le pendici dei colli Euganei: per vincere la morsa del fango dei "Sette Guadi", gli acquitrini nella "Busa dei Serpenti" o per passare in punta dei piedi, con arditezza, sulle cedevoli pietre delle "Scajarole"... Quante emozioni, dopo aver forzato le bianche nevi del Passo Manghen, per ridiscendere poi, a valle, lungo le ghiaie insidiose del Brenta, del Piave o del Tagliamento percorse da correnti impetuose e arrivare così alle molli sabbie di Porto Caleri o alle paludi del delta sul Po... 

In quegli anni si circolava con veicoli ex militari -MB, Mutt, Campagnola, Half-ton, ecc.-, qualcuno possedeva un Land 88 e solo qualche fortunato aveva un Range e più tardi un Gëlandewagen o un mitico BJ... Forse anche per questo nella SFE (già "La SFE": fu mia madre a metà degli anni settanta a ribattezzarla al femminile: forse come una donna: amore e odio di una passione che prima aveva preso il marito, poi il figlio...) il fuoristrada non fu mai inteso come uno status-symbol, ma era la passione per i mezzi e la meccanica, per la natura che si andava ad esplorare, era la voglia di divertirsi fra amici, i momenti conviviali attorno al fuoco o davanti ad una brocca di caffè che ribolliva sul Camping-Gaz.

In quegli anni tutte le cose prendevano forma con spontaneità e semplicità: gli scherzi come le battute: chi non ricorda quelle di Franco Vasoin! E il "sabotaggio", poi,  di un veicolo “amico” subito prima di una prova era sempre in agguato... e tutto veniva prontamente documentato dai mirabili filmini di Paolo Furlan (ed. FIFA: Furlans' International Film Association!) Nei primi anni ottanta, costretto dalla esclamazione di Gino Turcato -altro storico della SFE-: "ehi, tu che sei figlio di tanto padre...", entrai nel Consiglio Direttivo del Sodalizio... Così nel 1985 organizzo con l'aiuto di Carlo Vanin e l'entusiasmo di Gianluigi "Dandi" Testi, futuro Presidente, un Raduno Nazionale che ebbe molto successo e vide la presenza di oltre 80 mezzi e nel quale si abbandonava la formula del "gruppo" per quella più intelligente e vivace del percorso guidato dal road-book allora chiamato "radar".


Qualche anno dopo inizia la collaborazione con la Fiera di Padova per l'allestimento di “Tuttinfiera”, manifestazione del tempo libero, alla quale la SFE partecipa organizzando gare di trial indoor e un campo prova per veicoli fuoristrada.Nel frattempo ottengo dal Comune di Padova, la concessione del Campo di Corso Australia: "Il Campetto".Roberto Faggion e Franco Carraro coordinano lo scavo della fossa del "Coccodrillo Sdentato" che tante vittime ha mietuto anche in gara fra i più esperti piloti di trial. O la costruzione del ponte di traversine alla luce delle fotoelettriche, mentre le motoseghe a fatica avevano ragione del legno durissimo, le punte da trapano fumavano surriscaldate e le zanzare implacabili affondavano la testa nel "fiero pasto" dei nostri corpi...

Sì "Il Campetto" nostro mitico e invidiatissimo luogo di ritrovo, di grigliate e competizioni, di mirabilanti evoluzioni trialistiche, di Corsi di Fuoristrada e punto di partenza del famoso "Giroquiz", una specie di caccia al tesoro, pianificato da Dandi e dall'insostituibile segretario Giorgio Lillo. Era la fine degli anni ottanta, ed io ero già da qualche tempo "l'anima" della SFE, quando arriva Giovanni Gaspari: travolgente fucina di idee, iniziative ed esperienze. Giovanni si presentò al "Campetto" con la sua inarrestabile UAZ 469 B, -riverniciata di bluette dai F.lli Martorelli-: e, dietro la flemma di quel "baffo" sornione, la sfida era appena iniziata... Fu Giovanni a rinvigorire la sofferta e bellissima esperienza con la Protezione Civile, ma soprattutto a credere, volere e far partire nell'autunno del '89 la Scuola di Fuoristrada presso il nostro Sodalizio, che in quegli anni epici -e lo dico senza retorica- organizzava ben due corsi l'anno di oltre venti allievi ciascuno.

Sì, infatti questa, fiore all'occhiello delle nostre attività, ci ha sempre posto al vertice in campo nazionale sia come formazione del corpo istruttori che nella preparazione degli allievi.Il Sodalizio Fuoristradisti Euganei in oltre vent’anni ha infatti laureato centinaia di allievi, poi per molti la passione é sfociata in gite o avventure extraeuropee, per altri nell'agonismo fino ai grandi rally-raid africani, al Camel Trophy o al Rain Forest, mentre per alcuni il Corso ha rappresentato un importante momento di formazione professionale: fra questi la Polizia di Stato, la Croce Rossa, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile... 

Ormai siamo negli anni novanta, io e Dandi abbiamo già passato il testimone, anche Giovanni ha lasciato per impegnarsi nella Federazione Italiana Fuoristrada di cui poi, nel 2000, diverrà prestigioso Presidente. Sono Antonio Girardello, Massimo Lorenzin e poi Orlando Coltro a raccolgliere la sfida... e alla grande... Antonio detto "Kappler" é l'anima pianificatrice dei Challenges "Città di Asiago" validi per il Campionato Italiano. Tutto il Sodalizio lo segue, Serafino Baù e Davide Varetto sono i ricognitori, io "l'infame" dei punti bussola!. Su quelle competizioni notturne, selettive anche per i più scafati "drivers", viene plasmato il Regolamento Nazionale e imponiamo i protocolli e le dotazioni di sicurezza dei rally, che poi diverranno prassi comune. 

L'attività dei tempi recenti continua sull'impronta tracciata: dai Corsi Scuola ai raduni, dalle gare di trial al Master, dalle gite domenicali ai grandi viaggi africani......e anche se oggi il fuoristradismo é in parte cambiato, i mezzi sono ormai ipertecnologici, la spinta culturale é stata influenzata dalla moda e il 4x4 é oggi, con i SUV, quasi un "must", noi, adesso come allora, riproponiamo e viviamo il nostro Sodalizio con passione e semplicità, un divertimento nel quale cimentarsi fra amici per trascorrere momenti felici e spensierati assieme a ragazze, mogli, figli e compagni d'avventura... Per ritrovarci fra spazi aperti e incontaminati, godere del piacere conviviale dello stare assieme...Ma anche per chiaccherare di meccanica o discutere di tecnica di guida, scambiarci esperienze o assaporare proiezioni sui viaggi intrapresi...

Guido Dalla Costa